Aristotele: l’etica e la politica

Il fondamento concreto dell’etica aristotelica

L’etica è la scienza pratica che si occupa del comportamento dei singoli. il suo soggetti fondamentale è rappresentati dalla ricerca e dalla determinazione del significato della felicità. 

La prospettiva di Aristotele si basa sull’osservazione delle situazioni reali, degli usi e dei costumi sei popoli, e dalla conseguente riflessione su che cosa sia il bene fare, tenuto conto delle circostanze concrete, sociali e storiche. 

L’etica si occupa dei modi di vivere e di agire degli uomini, che presentano i due seguenti tratti:

  1. sono diversi gli uni dagli altri a seconda del tempo e del luogo in cui si esplicano;
  2. dipendono dalla libera volontà delle persone.
La differenze dell’etica e rispetto alle scienze teoriche deriva sia dal suo riferirsi a condizioni storiche e geografiche diversificate sia dal fatto che deve tenere conto, nelle sue valutazioni, della libertà umana. 

La felicità quale fine dell’etica
Il fine dell’etica è la felicità, la quale coincide con quella condizione di benessere che l’uomo sperimenta quando sta bene con se stesso, con gli altri e con il proprio ambiente.

Per Aristotele le virtù rappresenta la disposizione abituale e costante ad agire secondo ragione. Ci sono due tipi di virtù:
  1. le virtù dianoetiche, consistono nell’esercizio stesso della ragione e si distinguono un arte, saggezza, intelligenza, scienza e sapienza;
  2. le virtù etiche, consistono nella disposizione e vivere secondo ragione, cioè a dominare gli impulsi sensibili, per esempio possono essere la moderazione, magnanimità, la temperanza.
La sapienza costituisce un ideale di vita riservato a pochi in quanto è proprio dei saggi e dei filosofi che sh deducano alla conoscenza disinteressata delle cose più alte e universali.

La saggezza, che è accessibile a tutti, è orientata alla vita pratica e coincide con la capacità di adattarsi alle circostanze trovando sia il giusto mezzo sia gli strumenti per ottenere un fine giudicando buono.


Il valore dell’equilibrio 
Secondo Aristotele un uomo non vuole sacrificare una parte di vantaggio dell’altra e che rifugge da ogni parzialità. Un ideale di questo tipo può essere raggiunto da tutti coloro che sanno essere saggi nelle più svariate circostanze della vita.

L’amicizia 
L’amicizia è si tre tipi: 
  1. utile
  2. piacevole
  3. bene
Coloro che stringono amicizia in virtù dell’utile o del piacevole non si apprezzano per se stessi, ma in vista di un qualche vantaggio reciproco. 
In entrambi i casi si tratta di amicizie effimere, destinate a esaurirsi non appena cessi l’utilità o la piacevolezza. 

La perfetta amicizia è quella che su fonda sulla virtù e suk bene, in cui si stima l’amico in quanto persona, in modo disinteressato. 

L’uomo come animale politico
La politica è fondata sulla concezione dell’uomo come “animale politico”, cioè sulla considerazione che l’uomo, senza la società, non ha la possibilità di realizzare la propria essenza. 

Il buon governo
Le famiglie rappresentano gli elementi costitutivi della società: si riuniscono in villaggi i quali, unendosi a loro volta, danno origine alla polis, la città-stato. 

Aristotele non crede che ci sia una forma ideale e perfetta di governo, valida per tutti gli uomini, ma ritiene che dallo studio accurato delle diverse costituzioni si possano comprendere quelle condizioni generali che devono sussistere perché un qualsiasi organismo di governo si realizza nel modo migliore. 

Per lui ci sono tre tipi di costituzione: 
  1. la monarchia o governo di uno solo;
  2. l’aristocrazia o governo dei migliori;
  3. la politeia o governo della moltitudine un vista del vantaggio di tutti.
Le tre forme degenerate che ne derivano sono la tirannide, l’oligarchia e la democrazia.

La politeia consiste in una costituzione “mista”, che combina insieme le caratteristiche migliori della democrazia e dell’oligarchia. 

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